S.A.R. Il Principe Carlo d’Inghilterra - FB
“Alcuni anni fa, visitando Urbino, ho avuto occasione di vedere la casa di Raffaello ed è stato in seguito a quella visita che sono stato invitato a esporre nello stesso luogo alcuni dei miei acquerelli. Inizialmente questo invito ha suscitato in me un divertito stupore e avevo deciso di rifiutare. Dopo aver riflettuto, però, e dopo averne parlato con alcuni artisti di professione di mia conoscenza, ho deciso di accettare, dal momento che nutro un grande amore per l’Italia, il suo popolo, i suoi paesaggi e il modo in cui l’arte sembra pervadere naturalmente qualsiasi aspetto della vita, creando un’atmosfera che trovo assolutamente irresistibile. Inoltre ho pensato che un’esposizione del genere avrebbe anche potuto contribuire, seppure in piccola misura, all’ulteriore sviluppo di rapporti sempre più cordiali tra Gran Bretagna e Italia. A questo punto tengo a sottolineare che, se espongo le mie litografie alla Biennale, non è perché mi illuda che siano opere d’arte o il frutto di un talento in erba! Essi sono più che altro una specie di “album delle fotografie” personale e in questo senso significano molto per me.
Ho cominciato a dipingere ad acquerello una ventina d’anni fa, non avendo trovato del tutto soddisfacente la fotografia. Sentivo semplicemente il bisogno di esprimere con questo mezzo pittorico quello che vedevo. Ho scoperto ben presto quanto sia difficile dipingere bene ad acquerello e quel profondo senso di frustrazione che si prova non riuscendo a riprodurre sulla carta l’immagine che si ha davanti agli occhi! Riguardando quei miei schizzi, mi sgomenta la loro mediocrità. Ciò nonostante la bellezza della pittura sta nel fatto che essa rappresenta l’interpretazione personale della veduta che si è scelta.
Essendo costretti a sedersi e studiare attentamente il soggetto scelto, si riesce a scoprire molto di più che usando semplicemente una macchina fotografica. Di conseguenza si acquista una maggior consapevolezza della qualità della luce e dell’ombra, del tono e del tessuto e della forma degli edifici. In breve, la pittura ad acquerello ha rivoluzionato la mia vita e dal momento che richiede un’intensa concentrazione, è una delle attività più rilassanti e terapeutiche che conosca.
Tutti i miei schizzi sono stati dipinti all’aperto, con qualsiasi tempo (per cui alcuni di essi sono stati bagnati dalla pioggia!) e trovo quindi più facile e più semplice dipingere su carta di dimensioni abbastanza piccole. I miei schizzi sono l’espressione immediata di un vero dilettante. Quindi riesco a dipingere almeno una volta al giorno per, diciamo, cinque giorni di seguito, mi accorgo di far progressi. È in gran parte una questione di pratica che non ho a sufficienza! Si potrà allora comprendere meglio perché mi sia stato estremamente difficile decidere se accettare o meno l’invito ad esporre. Questi schizzi sono veramente una parte di me stesso e sono certo che chi dipinge capirà quanto sia difficile separarsi da qualcosa in cui, in un momento di ispirazione, si è messo tutto se stesso. Mi auguro che questa piccola esposizione possa suscitare piacere e interesse in quanti la visitano. È un pegno della mia più calorosa gratitudine per il Governo e il popolo italiano per l’ospitalità e l’amicizia che mi hanno da sempre dimostrato”.
Ho cominciato a dipingere ad acquerello una ventina d’anni fa, non avendo trovato del tutto soddisfacente la fotografia. Sentivo semplicemente il bisogno di esprimere con questo mezzo pittorico quello che vedevo. Ho scoperto ben presto quanto sia difficile dipingere bene ad acquerello e quel profondo senso di frustrazione che si prova non riuscendo a riprodurre sulla carta l’immagine che si ha davanti agli occhi! Riguardando quei miei schizzi, mi sgomenta la loro mediocrità. Ciò nonostante la bellezza della pittura sta nel fatto che essa rappresenta l’interpretazione personale della veduta che si è scelta.
Essendo costretti a sedersi e studiare attentamente il soggetto scelto, si riesce a scoprire molto di più che usando semplicemente una macchina fotografica. Di conseguenza si acquista una maggior consapevolezza della qualità della luce e dell’ombra, del tono e del tessuto e della forma degli edifici. In breve, la pittura ad acquerello ha rivoluzionato la mia vita e dal momento che richiede un’intensa concentrazione, è una delle attività più rilassanti e terapeutiche che conosca.
Tutti i miei schizzi sono stati dipinti all’aperto, con qualsiasi tempo (per cui alcuni di essi sono stati bagnati dalla pioggia!) e trovo quindi più facile e più semplice dipingere su carta di dimensioni abbastanza piccole. I miei schizzi sono l’espressione immediata di un vero dilettante. Quindi riesco a dipingere almeno una volta al giorno per, diciamo, cinque giorni di seguito, mi accorgo di far progressi. È in gran parte una questione di pratica che non ho a sufficienza! Si potrà allora comprendere meglio perché mi sia stato estremamente difficile decidere se accettare o meno l’invito ad esporre. Questi schizzi sono veramente una parte di me stesso e sono certo che chi dipinge capirà quanto sia difficile separarsi da qualcosa in cui, in un momento di ispirazione, si è messo tutto se stesso. Mi auguro che questa piccola esposizione possa suscitare piacere e interesse in quanti la visitano. È un pegno della mia più calorosa gratitudine per il Governo e il popolo italiano per l’ospitalità e l’amicizia che mi hanno da sempre dimostrato”.
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