Contaminazione - FB

“Contaminazione”, curata da Cécile Angelini con una scenografia di Sergio Mazzoni, dal 24 giugno al 24 luglio 2020 al COVID Hospital – OGR, ASL Città di Torino; il 29 ottobre 2021 alla Florence Biennale di Firenze – presto in altri luoghi in Italia e all’estero.

Con Tonatiuh Ambrosetti & mvt/architectes, Marc Angeli, ANTILIA gallery, Pascale Barret, Florent Bellamy, Barbara Bergaglio, Melania Berlen, Valerio Berruti, Big Mountain County, Project Marta, Giulio Caresio, Ermanno Cavaliere, Noëlle Clou, CélineCuvelier, Lieven De Boeck, Hannah De Corte,
Gian Giacomo Della Porta, Enrico Ferrarini, Maurizio Ferraris, Michel François, Mario García Torres, RégisGonzalez, Francesco Granieri, Ezio Gribaudo, Paola Gribaudo, Giorgio Griffa, Lotta Hannerz,
Marie Hume, Paolo Inverni, Dominique Loreau, AstridMalingreau, Gianluigi Maria Masucci, MaximeMatthys, SelçukMutlu e Lola Zefi, Nero/Alessandro Neretti, Elena Pelosi, Marie FrançoisePlissart, Barbara Polla, Paolo Robino, FabriceSamyn, Fabrizio Santona, Alessandro Saturno, AgnèsThurnauer, David Tremlett, Fabio Viale, Dario Voltolini, Peter Wüthrich, Silvio Zamorani.

«Cosa succede quando si chiede a 48 artisti, scrittori, poeti, musicisti e professionisti dell’arte (editori, archivisti, corniciai, curatori), provenienti da tutto il mondo, di realizzare un’opera dedicata alla contaminazione artistica? L’idea nacque nel febbraio 2020, poco dopo i primi casi della pandemia di COVID-19 in Italia: “E se proponessimo una mostra dedicata a un altro tipo di contaminazione?” Nell’arte essa è sinonimo di libertà: libertà di dialogare con opere del passato, di realizzare lavori a più voci, di mescolare elementi eterogenei; libertà di non essere assegnato a una categoria fissa. Un’ibridazione emancipatrice tra artisti, correnti, discipline, mezzi e materiali, caratteristica dell’arte contemporanea. La mostra fu ideata per i pazienti e il personale del COVID Hospital ricavato all’interno del museo d’arte contemporanea “Officine Grandi Riparazioni”. Furono realizzate due istallazioni video, trasmesse in loop, simultaneamente, nella “zona rossa”, rivolta ai ricoverati, e nella “zona gialla”, destinata al personale ospedaliero. L’idea era di avvicinare due mondi e di creare una contaminazione artistica tra pazienti e medici – i quali avevano sottolineato quanto fosse difficile non potersi vedere e toccare per via delle divise e delle misure sanitarie adottate. A distanza di un anno, i contributi originali e innovativi alla mostra sono ancora rilevanti dal punto di vista artistico e sociale.
Sarebbe impossibile presentare ciascuna delle 48 opere in mostra – né evidenziare tutte le sfumature della nozione di “Contaminazione” nell’arte. Sorge dall’insieme dei contributi un’idea forte: non esiste una realtà pura o uno sguardo incontaminato, l’artista, anche quando è da solo, si ispira da altri lavori e da varie tradizioni; anche lo spettatore guarda con occhi altrui. L’arte è una realtà intrinsecamente contaminata – e fortunatamente per noi esseri umani alla ricerca di felicità, anche molto contagiosa!»


Cécile Angelini
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