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Migrantes

MIGRANTI/CLANDESTINI. Il Mare di Erode
a cura di Marcella Guerrieri
Domenica, 18 ottobre – ore 16.30 / 17.00

Fortezza da Basso, Padiglione Spadolini, Area Teatro

Immagini, numeri, storie

Immagini di cronache quotidiane, di fughe lungo itinerari di speranze, per sentieri impervi e temerari. Mete sconosciute come i giorni di cammino, mezzi improbabili e insicuri, approdi inospitali e disumani. Vagoni, gabbie, muri, fili spinati, confini invalicabili che trattati, patti e convenzioni avevano promesso di sradicare dalle menti e mai più erigere sul suolo.

Immagini di umanità dolente in fuga. In fuga da vite impossibili, senza certezze dell’oggi e prospettive seppur semplici e minime per un futuro di sopravvivenza.

Numeri in progressione continua, che si aggiornano giorno per giorno, ora per ora, scandite da un rigido numeratore metallico dal moto perpetuo. Un milione di profughi in Giordania, un milione in Libano, due milioni in Turchia. Turchia, tappa obbligata verso l’Europa, continente di culture dalle radici comuni e dalle politiche d’accoglienza differenti e contrapposte. Aperture e chiusure. Confini aperti e chiusi. Storie di viaggio. Inizio e fine, inizio del viaggio e fine delle speranze. Fine delle speranze di Aylan, di sua madre, suo padre, di tutti i fratelli, madri e padri di tutti gli Aylan, per sempre bambini nell’abbraccio del Mediterraneo, Mare di Erode.

Scandita in cinque capitoli, quest’opera collettiva per la Biennale di Firenze, propone un dialogo per immagini, dove la nudità della narrazione del presente si fa poetica nelle voci timbriche e modulate degli artisti. E come già nei Dialoghi di Profughi di Bertolt Brecht, sono queste voci d’artista, le testimonianze analitiche del presente che si fa storia. Conversazioni e dialoghi sulla società e sul destino di un occidente silente ed inattivo, confuso e smarrito tra luoghi comuni e pensiero dominante.

Voci per un dibattito aperto e globale che deve imporsi di rivedere modelli di convivenza e accoglienza, modelli di culture e società plurali dal futuro collettivo possibile e condiviso.

In memoria di Anna Masala, prima turcologa italiana, Professore di Lingua e Letteratura Turca presso l’Università La Sapienza di Roma, alla quale generazioni di studiosi devono la passione per l’Oriente e la Turchia.

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