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Cos’è l’arte per il giovane artista di Roma Giovanni Vetere

Cos’è l’arte per voi? Un modo di esprimersi, una distrazione, uno sfogo? Ognuno ha una visione di arte diversa: é questo che ci rende unici.

Uniche sono anche le opere di Giovanni Vetere, un giovane artista di soli ventun’anni.

Per Giovanni  l’arte è superare i limiti: per lui non esistono regole, anzi preferisce stabilirne di proprie per creare qualcosa che sia in uno stato di infinita trasformazione. La sua è un’arte senza tempo, dinamica e caratterizzata da  processi che non si fermano mai. Le sue performance sono come un teatro senza sipario,  uno spettacolo continuo che non ha mai  una definitiva conclusione.

Ha iniziato a fare arte pochi anni fa quando, lasciando Roma, si é stabilito a Londra, trasformando la sua camera da letto, una stanzetta di qualche metro quadrato, in una camera oscura per sviluppare fotografie scattate per la città.

Il processo della fotografia analogica lo affascinava così tanto che fece domanda all’Accademia d’Arte di Londra per accedere al corso di fotografia. Dopo un’intervista su Skype Giovanni riuscì ad entrare in Accademia ma, subito dopo, ha sentito il bisogno di esplorare diverse discipline artistiche, anche solo per il puro piacere di sperimentare.

Sperimentare per me è tutto, ho bisogno di affrontare il processo artistico attraverso molteplici discipline. Per me un disegno, una fotografia o una performance hanno lo stesso valore, sono connesse fra loro come se fossero metafore.

Irrequieto ed esuberante rimase affascinato dalla scultura, scelta fondamentale per poter esprimere  idee e pensieri. Giovanni era alla ricerca della materia e della terza dimensione, aveva bisogno di toccare e sentire i materiali, di poterli trasformare cambiandone l’ origine, ma guardando le  sculture percepiva sempre un vuoto dentro di loro: erano ferme, statiche. Da qui l’idea di rendere dinamiche le sue opere attraverso il corpo, una decisione spontanea che deriva sempre dalla stessa necessità di sperimentazione, di un semplice bisogno di andare oltre.

Uno degli obiettivi della sua arte, visibile attraverso l’opera che ha proposto a questa edizione della Florence Biennale, è proprio quello di enfatizzare la fusione tra l’oggetto e il corpo umano.

La sua performance No One is Looking at You è sicuramente qualcosa di strano, un’ esperienza alienante ed inquietante. Il suo primo obiettivo, infatti, é proprio quello di suscitare nello spettatore delle emozioni, fargli vivere delle esperienze nel momento stesso in cui gli occhi vengono a contatto con l’opera in modo tale che gli rimanga impresso  il suo ricordo.

Non c’è nè un inizio né una fine, non c’è nulla da spiegare solo un’esperienza da vivere qui e ora, e se non ora mai più.

L’opera esposta alla Florence Biennale consiste in una struttura di metallo, cubica e alta più di un metro e mezzo. Sul lato più alto possiamo trovare una tela formata da un doppio strato di nylon con in mezzo uno di plastica; distesa sopra di essa c’è una persona  che si muove. Lo scopo della performance é far sì che chi é sopra veda tutto, come se fosse onnisciente; al contrario nessuno vede lui né lo può sentire.

Le mie opere devono essere assurde, devono andare oltre i limiti del vero e del naturale.

Sperimentate l’azzurro e rendetevi originali facendo ciò che vi va di fare e poi tutto ciò vi verrà premiato.

 

Aurora Bacchi e Soemi Turini

Liceo Scientifico e Linguistico Santa Marta, Firenze

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