EMILY YOUNG — OSPITE D'ONORE ALLA XV FLORENCE BIENNALE 2025 - FB
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FLORENCE BIENNALE
18 - 26 OTTOBRE, 2025
Fortezza da Basso
Viale Filippo Strozzi 1, Firenze FI
Apertura al pubblico sabato 18Ore 14
Apertura segreteria organizzativa:
- Dal Lunedì al Venerdì09:00 – 17:00
- Sabato e DomenicaChiuso
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EMILY YOUNG — OSPITE D'ONORE ALLA XV FLORENCE BIENNALE 2025
Acclamata dal Financial Times come “la più grande scultrice vivente della pietra del Regno Unito,” Emily Young presenterà il suo lavoro in qualità di Ospite d’Onore alla XV Florence Biennale, con il tema “The Sublime Essence of Light and Darkness. Concepts of Dualism and Unity in Contemporary Art and Design”.
Nata a Londra nel 1951 in una famiglia di scrittori, artisti, politici, naturalisti ed esploratori, Emily Young ha iniziato il suo percorso artistico come pittrice. Da giovane ha studiato brevemente alla Chelsea School of Art, al Central St Martins di Londra, e alla Stonybrook University di New York. Alla fine degli anni ’60 ha lasciato Londra e ha trascorso diversi anni viaggiando e approfondendo lo studio dell’arte e delle culture del mondo. Solo intorno ai 30 anni ha deciso di seguire le orme della nonna, la scultrice Kathleen Scott—amica di Auguste Rodin—dedicandosi completamente alla scultura. All’inizio degli anni’ 80 ha iniziato a realizzare opere scultoree su larga scala. Young spesso inizia un’opera senza sapere quale sarà il risultato finale, descrivendo il suo processo creativo come una vera e propria collaborazione con la pietra: “È la pietra a dirmi ciò che può fare e ciò che non può fare.”

Dischi, torsi e teste in pietra sono motivi ricorrenti nel suo lavoro. Young scolpisce con una grande varietà di materiali—tra cui onice, calcare vulcanico, lapislazzuli, cristallo, ecc.—privilegiando spesso pietre scartate o provenienti da cave abbandonate. Queste pietre, che talvolta pesano diverse tonnellate, possono avere migliaia o persino miliardi di anni. La pietra ha svolto un ruolo fondamentale nella storia della civiltà umana: monumenti come Stonehenge, le piramidi, il Partenone o le statue Moai testimoniano in modo potente il legame profondo tra l’essere umano e il pianeta. L’obiettivo primario dell’opera di Young è quello di ricollegare questo rapporto, avvicinando lo spettatore a una dimensione condivisa nel tempo profondo, nello spazio e tra le culture. Il connubio tra tecniche di scultura tradizionali e l’uso di tecnologie moderne, quando necessario, le consente di creare opere senza tempo, in cui l’antico e il contemporaneo convivono armoniosamente. Le sue sculture emanano una presenza unica, intensa e poetica.
Al centro della sua ricerca vi è una profonda riflessione sul rapporto conflittuale tra l’umanità e il pianeta. In un’intervista, Young ha dichiarato: “Abbiamo pensato che la Terra fosse una grande madre generosa dalla quale possiamo prendere tutto ciò che vogliamo. Ma ora sappiamo che non è infinitamente generosa; ha i suoi limiti.” Attraverso la forza selvaggia e la quiete che la pietra incarna, l’artista cattura attimi fugaci di tranquillità e pace. Le sue sculture—potenzialmente destinate a durare milioni di anni—esplorano il dualismo tra interconnessione e alienazione tra la civiltà umana e la natura—una dualità che ci ricorda le nostre origini e l’impatto che abbiamo sull’ambiente.
Attualmente Emily Young divide il suo tempo tra i suoi studi nel Regno Unito e in Italia. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private a livello internazionale. Ha esposto in numerosi musei e fiere prestigiose, tra cui la Paul Getty Foundation in California, l’Imperial War Museum e il V&A Museum di Londra, il Chiostro della Madonna dell’Orto a Venezia, e la Biennale di Venezia 2024, tra gli altri.




