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Amalia Del Ponte Ospite d'onore alla XIV Florence Biennale 2023

In occasione della XIV Florence Biennale 2023, Amalia Del Ponte sarà Ospite d'Onore e riceverà il Premio "Lorenzo il Magnifico" del Presidente alla carriera. Verrà esposto il suo nuovo progetto "You are me", ispirato al tema di questa edizione della manifestazione.

Le attività di Amalia Del Ponte si articolano fra arte e scienza attraverso una ricerca che indaga i rapporti fra scultura, musica e nuove tecnologie. Nata a Milano nel 1936, dopo il liceo artistico, frequenta dal 1956 al 1961 il corso di scultura di Marino Marini presso l’Accademia di Brera insieme a Kengiro Azuma, Mario Robaudi e Gianni Colombo. Dagli anni sessanta inizia la sua ricerca sui materiali, l’approccio quasi scientifico la conduce nel giro di pochi anni a creare forme sempre più semplici e pure. L’attenzione nei confronti delle forme geometriche elementari la porta a realizzare le prime sculture in plexiglas battezzate da Vittorio Fagone “Tropi”, nel 1967, in occasione di una mostra personale alla Galleria Vismara di Milano.

 

Negli anni sessanta realizza gli interni del negozio Gulp!! di Milano e quelli del primo negozio di Elio Fiorucci in via Passerella, sempre a Milano. L’affermazione internazionale av- viene nel 1973 quando, invitata da Bruno Munari e Umbro Apollonio, partecipa alla Biennale di San Paolo (a quel tempo una delle più rilevanti al mondo), dove presenta un’opera intitolata Area percettiva, con la quale vince il Primo Premio per la Scultura. Nel 1993 espone le proprie opere al Fort Asperen, ad Asperen, nei Paesi Bassi.

 

Nel 1995, chiamata da Gillo Dorfles, partecipa alla XLVI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e le viene dedicata un’intera sala personale al Padiglione Italia. Qui espone i “Litofoni”, pietre sonore che mettono in evidenza le invisibili corrispondenze tra le forme geometriche, le scale musicali e quelle dei colori.

 

Nel 2010 realizza un progetto per l’Isola della Certosa nella Laguna di Venezia; si tratta di una serie di video installazioni allestite all’interno delle quattro casematte (ex polveriere austriache costruite a pochi metri dall’acqua). L’opera, intitolata Regno dei possibili, invisibili, è una riflessione su come arte e scienza rendano visibili realtà altrimenti invisibili. Amalia Del Ponte è legata soprattutto ad alcuni critici e storici dell’arte come Guido Ballo, Bruno Munari, Gillo Dorfles, Arturo Schwarz, Francesco Tedeschi, Flaminio Gualdoni e Tommaso Trini.

 

Negli ultimi anni è stata avviata un’ampia ricognizione storica della sua produzione artistica culminata nel 2017 con la doppia mostra al Museo del Novecento di Milano e allo Studio Museo Francesco Messina.

Amalia Del Ponte - Foto di Jule Haring, courtesy Mudec - Comune di Milano
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Foto in alto: 

Amalia Del Ponte alla XLVI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 1995
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